sabato 25 luglio 2009

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il Volo di Elio inizia la sua vacanza!
Buona Estate
da tutti noi

mercoledì 1 luglio 2009

"Radio Gun Gun" a Santarcangelo 2009

Notizie e Festival 2009:



Altre Velocità, con il coordinamento critico-organizzativo di Santarcangelo 2009-2011 e insieme alla redazione della rivista Suole di Vento, cura la conduzione quotidiana di una radio insediata in piazza Ganganelli ("Radio Gun Gun", ascoltabile anche in podcast) e di Nero su Bianco, un foglio critico distribuito gratuitamente, i contenuti dello spazio "critico" sul sito del festival, fino al 13 luglio.

Aggiorna inoltre il sito del festival con messe a fuoco degli spettacoli, di "Santarcangelo Immensa" e di tutto quello che accade dentro e fuori, anche con i contributi video di una redazione coordinata da Enrico Casagrande (Motus).

A partire dal 3 luglio e fino al 13 su altrevelocita.it e su Santarcangelofestival.com

La morte e la fanciulla I e III
drammi di principesse
di Elfriede Jelinek
traduzione Werner Waas
regia di Federica Santoro
con Luisa Merloni e Federica Santoro
luci Gianni Starapoli
aiuto alla scenografia Valentina Fusco
una produzione Fattore k

Uno spettacolo interessante ed equilibrato.
La platea, forse per il caldo o per assistere alla debacle con l'Egitto, non era molto piena e stranamente era prevalentemente maschile. Maschile come Der Tot, la morte femminile in altre lingue. La morte e la vita. Archetipi femminili e maschili. La vita e la morte. La nascita e la guerra. E le donne in mezzo. Come tutti. La morte ci rende uguali o forse neppure.
Una Biancaneve in scena. Accusa la madre e reclama i propri nani. Quelli che anche piantati nel giardino più popolare l'adorano. E il cacciatore che prede cerca si fonde con Der Tot. Un unico. Ironico, divertente, tagliente. Un dosaggio equilibrato di registri diversi e il testo si fonde ai movimenti dei corpi. In sincrono, ma soprattutto in divenire. Poesia di corpi e paradossi annunciati. Il sorriso sale sulle labbra e si fa avanti, liberatorio.
Certo, il tema più annunciato sui quotidiani è la femminilità o il femminismo.
E forse per questo qualche presenza maschile (?) in più. Forse qualche aspettativa di troppo. Non è un lavoro che può aiutare a comprendere le donne o il loro rapporto con il femminile o con il femminismo. E' un lavoro che fa bene. La luce come oggetto di scena, il corpo come interlocutore principale nell'apparente dialogo tra i due personaggi. L'utilizzo equilibrato di gesti, espressioni, musiche e silenzi.
Un lavoro ricco e sobrio. Gestito molto bene da Federica Santoro che lo interpreta e dirige.
Ritmata ed intensa l'intesa tra le due attrici che aggiunge ancor più respiro a questo lavoro, evidenziando le potenzialità narrative aperte e lasciate sospese.
Riflessi stanchi - come accaldati - da parte del pubblico. Quel leggero ritardo che può essere spiazzamento o chissà ... Sottili risate. Poche risate, forse. Applausi.Come dice Renzo Martinelli, direttore artistico del Teatro I che lo ospita, lo spettatore ha almeno 10 diritti. Uno di questi è non applaudire. E aggiungo io, non ridere, forse.


Mara Mapelli